“Sono stato ammaliato”

Ogni epoca è caratterizzata da eventi, situazioni, attimi che portarono allo sviluppo di ideologie e pensieri che andranno a caratterizzarla per molto tempo e che influenzeranno coloro che saranno i protagonisti di essa.

Il tempo passa e in ogni arco temporale si è rilevato un fattore determinante e centrale che lo ha contraddistinto, però, il passaggio da un periodo ad un altro, ha rappresentato sempre una fonte di disagio per coloro che vi hanno vissuto e in particolare per gli intellettuali, i quali si trovavano sempre in situazioni dove i valori dell’epoca precedente e quelli che si andavano affermando erano contrastanti. Fra queste figure, una delle più rilevanti e il cui contesto storico “giocò” un ruolo fondamentale, fu Tasso, il quale è considerato un intellettuale errabondo, in quanto nel periodo in cui visse la figura dell’intellettuale perse importanza e lo stesso divenne un soggetto vincolato da regole.

Il periodo in cui lui adoperò fu quello della Controriforma, attraverso la quale la Chiesa, per mantenere il controllo, istituì il Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti e, inoltre, intervenne anche in ambito educativo, perché era consapevole che così facendo avrebbe plasmato fin da subito le menti dei fanciulli spingendoli a seguire i precetti cristiani (Benedetto Croce, estratto tratto dalla “Storia dell’età Barocca in Italia).  Fra le varie istituzioni sorte, quelle più rilevanti, furono i collegi dei Gesuiti e, nell’estratto tratto da “Storia della letteratura Italiana”, Francesco De Sanctis spiega che anche Tasso fu formato in quello di Napoli aggiungendo però che questa formazione ricevuta dal poeta entrò molto presto in contrasto con la vita dello stesso, il quale all’interno delle corti, in particolare quando si trovò al servizio degli Este, si dedicò alla vita mondana e a tutti i piaceri che ne derivavano. Tutto questo portò all’insorgere nello scrittore un forte sentimento di malinconia, termine con cui è indicato lo stato di follia che contraddistingue non solo l’immaginazione ma tutta la vita dello scrittore e anche all’insorgere di numerosi dissidi interiori, il più rilevante dei quali è quello tra religione cristiana e mondo pagano.  Quest’ultimo spiega S. Zatti, nell’estratto tratto da “L’uniforme cristiano e il multiforme pagano”, è presente anche nell’opera per cui oggi è ricordato Tasso, ovvero la Gerusalemme Liberata, infatti, secondo lui il conflitto tra Cristiani e Pagani è simbolo del contrasto tra valori rinascimentali e valori cristiani e quindi tra una realtà materialistica e pluralistica in cui era permesso dedicarsi e scrivere di temi più passionali e una realtà religiosa che sopprime le libertà per imporre la sua supremazia.

 

Però un’attenta lettura dell’opera porta ad evidenziare la visione positiva della religione per Tasso, la quale è intesa non come strumento di repressione ma come elemento che risveglia le capacità razionali permettendo di perseguire fini valorosi e non farsi sopraffare dalle passioni. Anche se, questa prospettiva, è frutto degli scrupoli religiosi di Tasso infatti G. Scianatico spiega che le continue revisioni dell’opera evidenziavano un tentativo di distacco dall’epoca precedente, un periodo in cui era permesso scrivere liberamente trattando anche questioni più erotiche, per giungere alla perfezione formale auspicata seguendo i precetti dell’aristotelismo la quale portò a plasmare un’opera che non è riflesso dell’autore ma è il riflesso del periodo storico. La sua opera infatti narra di una lotta che può essere intesa come guerra per l’egemonia (S. Zatti estratto dell’opera “L’uniforme cristiano e il multiforme pagano) dove però ha la vinta la religione cristiana, quindi si può intendere ciò come l’annullamento del mondo pagano e si può affermare che il contrasto fra i due mondi di cui ci parla De Sanctis in realtà trova risoluzione nell’opera dove, appunto, a prevalere è la sfera religiosa anche se per giungere a ciò Tasso ha dovuto combattere con il suo malessere interiore che lo ha condotto ad uno stato di follia i cui sintomi li descrive lui stesso nella lettera numero 190 dove afferma che sente di essere giudicato costantemente dagli uomini, i quali secondo lui hanno compiuto degli artifici diabolici che lo hanno condotto alla perdita della ragione (“AMMALIATO”).

Nonostante questa situazione, però, lui riuscì a comporre un’opera completa che si svolge in un luogo preciso, cioè Gerusalemme, e anche in un arco temporale prestabilito cioè quello della prima crociata, e che si configura come un poema eroico dove, nonostante la forza centrifuga che allontana gli eroi dal loro obiettivo, per perseguire fini di tipo amoroso e quindi ideali cortigiani, e causata dai demoni infernali prevale la forza centripeta che riporta i paladini verso la giusta strada ed è rappresentata dalla religione.

In conclusione si può quindi evincere la grande abilità di Tasso che nonostante la malinconia causata dal dissidio e che lo condusse alla follia riuscì ad elaborare un opera di straordinario livello letterario che è rappresentazione della realtà contemporanea all’autore, nonostante sia ambientata nel passato, e dei valori religiosi che si andavano sostituendo a quelli mondani anche definiti edonistici e che presenta una perfezione formale anche se l’intreccio è quasi assente e quindi la narrazione è molto lineare.

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