Ti svelo il backstage

Caro diario,
oramai mi conosci, sono una persona abbastanza particolare e non amo scriverti giorno per giorno, di sera, prima di andare a dormire, (anche perché non ne sono capace, finirei per dimenticati dopo tre giorni e perderti in qualche vecchia borsa).
Preferisco scriverti alla fine di un percorso, al raggiungimento di un obiettivo, al conseguimento di qualche attività o qualcosa che rincorro da tempo.
Bene, ora ti scrivo per raccontarti di una serata piuttosto impegnativa, la notte dei licei. Che cos’è? È una notte in cui i licei, (inizialmente solo classici, poi anche altri indirizzi), sono aperti e ogni classe partecipa mettendo in scena uno spettacolo su un preciso argomento.
Ma non voglio scriverti dello spettacolo in sé, del pubblico, di ciò che abbiamo messo in scena; piuttosto voglio svelarti il backstage della mia classe.
Il nostro tema era la violenza sulle donne, precedentemente trattato con altri progetti, quindi già di nostra conoscenza. La professoressa ci ha aiutato nell’impostazione dello spettacolo e dei ruoli (menomale, altrimenti sai che confusione!)
Veniamo al punto clou di tutto ciò, le prove. Le prove sono iniziate nel migliore dei modi, ognuna ha imparato la propria parte, chi il balletto, chi il monologo. Abbiamo sistemato le quinte, organizzato le entrate e le uscite, convinto i professori a concederci dello spazio per provare. Fin qui tutto bene, ma la mattina dello spettacolo abbiamo cambiato scenario; i passi dei balletti li abbiamo migliorati, con un bel po’ di fatica, abbiamo discusso su entrate ed uscite, vestiti da indossare, la divisione dei gruppi. Non ti nascondo che ho creduto più di una volta che non ci saremmo riuscite ad organizzare il tutto, a cambiare lo spettacolo la mattina della messa in scena. Ho anche pensato di non presentarmi, per circa quattro volte, ma alla fine le discussioni servono altrimenti alla fine nessuno crescerebbe e imparerebbe cose nuove.
Vabbè, dai, ti racconto in breve cosa abbiamo fatto: lo spettacolo alternava balli e monologo, recitato da più persone poiché attraversava varie età della stessa ragazza (Maryna). Alla fine tutte abbiamo detto a voce alta “NON È COLPA MIA (titolo dello spettacolo) MI CHIAMO MARYNA E CREDO NELL’AMORE”. Le ragazze che hanno recitato (tra cui anche la sottoscritta), hanno poggiato in un cesto posto ai piedi del pubblico un oggetto rosso (sciarpa, bracciale, orecchini). I balli sono stati eseguiti sulle note di una famosissima canzone delle Spice Girls, che non sto a dirti perché dovresti conoscerla (già, non ricordo il titolo); e due canzoni di Ed Sheeran, “Perfect” e “Thinking out loud”.

Noi ci siamo impegnate tanto, lo spettacolo è andato benissimo, ed è anche venuto un cospicuo numero di persone ad assistere!

Ora scappo, ci sentiamo al prossimo traguardo, ti abbraccio forte.

Tua Ross.


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